Tutto a fuoco con il Focus Stacking.

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Nelle foto a distanza ravvicinata o close-up, la profondità di campo è sempre ridotta, e anche se utilizziamo diaframmi chiusi, al massimo possiamo contare su una zona a fuoco che si estende per poco più di un centimetro. 
Tale condizione risulta essere utile nel caso in cui vogliamo che la parte di maggior interesse del soggetto si stacchi in maniera netta dallo sfondo, ma ci sono situazioni  in cui è preferibile che quanto stiamo riprendendo sia totalmente a fuoco, per queste casistiche possiamo utilizzare la tecnica del Focus Stacking.

Per illustrare il procedimento da seguire, mi sono avvalso di una drusa di Ametista che ho in casa. Se guardiamo un ingrandimento al 100% dell'immagine in alto, possiamo osservare come tutta la parte posteriore del blocco di cristalli risulta essere fuori fuoco.

Per le foto close-up non è indispensabile avere particolari attrezzature, basta mettere in piedi un piccolo set di ripresa artigianale:
una sedia, un foglio di cartoncino colorato (pochi centesimi in cartoleria), un set di morsetti in plastica per serrare il cartoncino alla sedia, la luce di una finestra.

La tecnica del Focus Stacking consiste nello scattare una serie di foto modificando progressivamente la messa a fuoco tra l'una e l'altra; in fase di elaborazione si uniranno gli scatti, sfruttando di ciascuna immagine solo quelle parti che risultano essere a fuoco.
Esistono due possibilità per variare il piano di fuoco: agire sulla ghiera di messa a fuoco dell'obiettivo o modificare la posizione della fotocamera rispetto al soggetto.

Vediamo come procedere nel caso più semplice di un soggetto che misura diversi centimetri, come quello preso in esame:

- Montiamo la fotocamera su cavalletto.

- Impostiamo l'esposizione in "manuale" per evitare differenze tra gli scatti.

- Spostiamo il selettore della messa a fuoco su "manuale".

- Usiamo un dispositivo di scatto remoto per evitare qualsiasi spostamento della fotocamera tra uno scatto e l'altro.

- Componiamo la foto lasciando intorno all'oggetto, un margine leggermente superiore a quello che vogliamo risulti nell'immagine finale.

- Mettiamo a fuoco la parte dell'oggetto che risulta più vicina a noi, aiutandoci con il "live-view" che consente di ingrandire l'immagine che si sta riprendendo sino a 10X, e scattiamo la prima foto.

- Agiamo con cautela sulla ghiera di messa a fuoco dell'obiettivo e spostiamo  scatto dopo scatto il piano di messa a fuoco, sino ad aver coperto l'intero oggetto.

Il numero di foto da scattare dipende dalla dimensione dell'oggetto e dalla profondità di campo disponibile (vedi programma on-line su: DOFMaster , che consente di calcolarla inserendo: focale obiettivo, diaframma utilizzato e distanza di ripresa); nel nostro caso, anche tenendo conto della necessità di avere una parziale sovrapposizione tra una foto e la successiva, sono bastati quattro scatti.

Una volta disponibili le foto, apriamo Photoshop e selezioniamo:  File / Automatizza / Photomerge...



Nella successiva schermata lasciamo il Layout su "Automatico", clicchiamo su "Sfoglia" per andare a scegliere la cartella che contiene le immagini e carichiamole, togliamo la spunta dall'opzione "Fondi le immagini", e confermiamo con OK.



Una volta che il software avrà ultimata l'operazione di allineamento automatico, noteremo che i margini delle immagini risulteranno leggermente sfasati, ci sarà la quindi la necessità di ritagliare con lo strumento "Taglierina" la parte di bordo che non è comune a tutti gli scatti. 
Prima di procedere al ritaglio ricordiamoci di selezionare tutti i livelli che sono stati generati: il primo sarà già evidenziato, clicchiamo sull'ultimo tenendo premuto "Shift" e verranno selezionati tutti.



Completiamo la procedura di unione degli scatti selezionando: Modifica / Fusione automativa livelli...



Nella finestra che si apre, verifichiamo che sia selezionata l'opzione "Crea serie di immagini" e ci sia la spunta su "Toni e colori uniformi", confermiamo con OK.



Nella colonna a destra dei Livelli, vedremo comparire la serie di immagini con al fianco la relativa "Maschera di Livello" , nella quale sono state mascherate le parti che non risultano essere a fuoco. 
Il risultato dell'unione di tutti gli scatti è una foto che nella quale tutta la drusa di Ametista è a fuoco.



Prima di unire tutti i livelli in un'unica immagine e apportare eventuali correzioni di esposizione, colore o nitidezza, verifichiamo che il programma di fusione abbia effettivamente fatto le scelte corrette, lasciando visibili le sole parti che risultano a fuoco. 
Per fare questo lasciamo attivo un solo livello per volta
e se necessario, provvediamo a modificare la maschera relativa, agendo con un "Pennello" di colore Nero per nascondere le parti, o di colore Bianco per renderle visibili.



Questa è l'immagine risultante dalla fusione dei quattro scatti:

Per vedere l'immagine ingrandita, basta cliccarci sopra.

Seguono due ingrandimenti al 100% delle parti che prima risultavano sfocate:





Se il soggetto da riprendere è molto piccolo, tanto da spostarsi dal close-up per avvicinarsi alla macrofotografia, la profondità di campo diminuirà sino a diventare dell'ordine di 1-2 millimetri, e pure le regolazioni per variare il piano di messa a fuoco tra una foto e la successiva dovranno essere minime e particolarmente accurate.

In tal caso sarà indispensabile avere a disposizione una slitta micrometrica. Al posto di variare la messa a fuoco attraverso la ghiera di regolazione dell'obiettivo, fisseremo la fotocamera alla slitta e quest'ultima al cavalletto, i perni di regolazione presenti consentiranno di ottenere dei movimenti micrometrici della fotocamera, e grazie alla scala riportata nel corpo della slitta saremo in grado di variare la distanza rispetto al soggetto da fotografare in maniera estremamente precisa.